TASSA EUROPEA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE: E’ IL MOMENTO DI PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI
La tassa europea sulle transazioni finanziarie (TTF) si riaffaccia prepotentemente nel dibattito pubblico italiano. Dal palco torinese del Lingotto, in piena kermesse precongressuale del Partito Democratico, il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato pubblicamente il proprio sostegno alla misura. Da poco gli ha fatto eco dalle colonne dell’Huffington Post Italia il Vicecapogruppo del PD alla Camera, Matteo Mauri.
LA CAMPAGNA ZEROZEROCINQUE. Da sette anni la Campagna ZeroZeroCinque è impegnata convintamente a favore della TTF. Lo facciamo in sinergia con un ampio network europeo ed internazionale di analoghe coalizioni note come le Robin Hood Tax Campaigns. Costituitasi nel 2010, la Campagna riunisce oggi 60 soggetti della società civile italiana, tra cui le più importanti sigle sindacali, molte organizzazioni non governative, ambientaliste, reti di consumatori, associazioni cattoliche e di movimento.
Insieme abbiamo chiesto ai governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni l’introduzione, avvenuta nel 2013 sotto il governo di M. Monti, e poi il potenziamento del disegno della TTF italiana.
COS’É la TTF. La TTF rappresenta un piccolo prelievo - ad un’aliquota, diversificata per tipologia di asset finanziario, fra lo 0.01% e lo 0.1% - su ogni compravendita di titoli finanziari inclusi nella sua base imponibile. Se costruita efficacemente, l’imposta - impercettibile per i risparmiatori pazienti che operano con un orizzonte di investimento a medio-lungo termine - esprime un alto potenziale anti-speculativo, disincentivando il high-frequency trading e le operazioni a brevissimo termine finalizzate all’estrazione di margini dalle fluttuazioni infinitesimali dei prezzi dei titoli scambiati.
UN MILIONE DI FIRME PER LA TTF. Nel biennio 2014-2015 la nostra Campagna ha partecipato con successo alla raccolta di oltre un milione di firme internazionali, a maggioranza europee, sotto una petizione rivolta ai leader dei paesi del negoziato a sostegno della misura e alla allocazione solidaristica del suo gettito.
La TTF e il PD. Negli ultimi anni autorevoli esponenti (attuali e passati) del Partito Democratico hanno espresso il proprio supporto alla misura. L’On. F. Boccia, presidente della Commissione Bilancio alla Camera ha effettuato grandi sforzi propositivi per il potenziamento della TTF nazionale. Lo stesso vale per l’On. L. Bobba, attuale sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, autore, insieme all’On. G. Marcon (capogruppo di SI – Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati) di uno storico emendamento alla legge di stabilità 2014 rafforzativo dell’architettura della TTF italiana. Gli On. M. Barbi, A. Sarubbi, L. Quartapelle e P. L. Bersani insieme agli eurodeputati P. Toia, L. Domenici e S. Cofferati (e l’elenco è lungi dall’essere esaustivo)sono stati attenti interlocutori della società civile sulla misura, contribuendo con mozioni, interpellanze e disegni di legge alla promozione della misura in Italia ed In Europa. L’On. Gianni Pittella, attuale presidente dell’Alleanza dei Democratici e Progressisti al Parlamento europeo, è spesso intervenuto con autorevolezza per conto proprio e a nome del gruppo S&D nel dibattito sulla TTF europea, auspicando un esito negoziale ambizioso in tempi rapidi. L’economista e membro esperto della Commissione Finanze, l’On. M. Causi ha sostenuto la TTF europea aderendo lo scorso ottobre a una lettera degli economisti promossa dalla ZeroZeroCinque.L’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’On. G. Delrio, aveva sostenuto, in qualità di Presidente dell’ANCI nel 2011, la TTF con una lettera inviata a ZeroZeroCinque. Nel giugno del 2015 l’attuale Sottosegretario agli Affari Europei, l’On. S. Gozi, auspicava una rapida introduzione della TTF europea in un meritorio intervento pubblico co-firmato con altri colleghi UE sul pilastro sociale europeo. Quasi sei anni fa, nel 2011, l’ex Presidente del Consiglio ed allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, inseriva la TTF tra i 100 punti del suo WikiPD in una delle prime edizioni della Leopolda.
APPELLO AL PARTITO DEMOCRATICO. Nell’importante momento congressuale del Partito Democratico ci rivolgiamo a esponenti DEM di primo piano, a partire dal Presidente del Consiglio, l’On.P. Gentiloni,e ai candidati a segretario del PD Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, per chiedere un forte ed inequivocabile pronunciamento su due questioni esplicite:
- il sostegno politico al disegno della TTF europea che sta emergendo dal negoziato in corso sotto la procedura di cooperazione rafforzata e l’impegno a promuovere un’azione di suasion politica sugli altri leader per arrivare al termine del negoziato quanto prima - un impegno pubblico a destinare il gettito dell’imposta a misure di contrasto della povertà in Italia, alla solidarietà internazionale e a interventi di mitigazione delle esternalità negative dal cambiamento climatico
Si tratta di due richieste puntuali che migliaia di cittadini italiani ed europei che sostengono la misura hanno chiesto di avallare ai leader della cooperazione rafforzata. Sono gli stessi cittadini che considerano l’introduzione della TTF europea come un segnale dirimente di attenzione alle istanze della cittadinanza e un esempio di iniziative che i Paesi europei devono promuovere convintamente perché l’Unione Europea – il cui futuro politico verrà discusso nella capitale italiana dai capi di Stato e di Governo UE in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma il 25 marzo prossimo – possa rafforzarsi in modo equo e democratico e rappresentare un solido punto di riferimento per i suoi cittadini.
Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie: La Volta Buona?!
Nuovo appello di 260 economisti e accademici a sostegno della TTF.
Lettera-appello degli economisti a favore della TTF
Roma 07.10.2016 –A pochi giorni dai vertici dell’Eurogruppo e dell’ECOFIN, 260 economisti ed accademici da 23 Paesi rivolgono un appello ai 10 Ministri delle Finanze e Capi di Stato e di Governo europei, tra cui il Ministro Pier Carlo Padoan e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, affinché, dopo oltre tre anni di negoziato, reiterati impegni pubblici e scadenze posticipate, si arrivi finalmente ad annunciare il raggiungimento di un accordo sulla Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF).
Promosso dalle Robin Hood Tax Campaigns europee tra cui la campagna italiana ZeroZeroCinque, l’appello pone l’accento sulla forte valenza anti-speculativa della misura, sulla sua capacità di garantire maggiore resilienza e stabilità ai mercati finanziari e di generare considerevoli entrate erariali.
Le stime della Commissione Europea sul gettito dell’imposta, condivise a fine giugno con le delegazioni negoziali, rivelano che la TTF europea potrebbe raccogliere, tenuto conto delle reazioni dinamiche dei mercati, fino a 22 miliardi di euro su base annua. Un gettito considerevole destinabile secondo i firmatari della lettera-appello a misure di lotta alla povertà domestica, interventi su scala internazionale in ambito educativo e sanitario e a misure di contrasto ai cambiamenti climatici.
‘E’ tecnicamente fattibile, economicamente e socialmente desiderabile. E’ moralmente giusta’ si legge nell’appello sottoscritto da economisti come Stephany Griffith-Jones (Institute of Development Studies e University of Sussex), Daniela Gabor (University of the West of England) e Stephan Schulmeister (WIFO di Vienna), J. A. Ocampo (Columbia University, ex ministro delle finanze colombiano ed ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali). Oltre 90 le adesioni italiane tra cui Stefano Zamagni (Università di Bologna), Mario Pianta (Università di Urbino), Fabrizio Onida (Università Bocconi di Milano), Stefano Lucarelli (Università di Bergamo), Piercarlo Ravazzi (Politecnico di Torino), Enzo Rossi (Università Tor Vergata di Roma), Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Claudio Gnesutta (Università Sapienza di Roma), Stefano Palmieri (economista dello European Economic and Social Committee) e Marco Causi (Università di Roma 3 e autorevole membro della Commissione Finanze della Camera per il Partito Democratico).
‘La tassa europea sulle transazioni finanziarie non può più attendere. Adottarla significa compiere un passo importante per premiare l’uso paziente rispetto a quello speculativo dei capitali finanziari. Per trasformare i mercati finanziari da ingranaggi che stritolano gli esseri umani a strumenti al servizio della persona e del bene comune’, dichiara Leonardo Becchetti, ordinario in economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, portavoce di ZeroZeroCinque e in prima fila tra i firmatari dell’appello.
L’appello fa eco alla lettera aperta dello scorso maggio con cui oltre 10.000 organizzazioni della società civile e sindacali di 39 Paesi si sono rivolte ai leader europei, tra cui Matteo Renzi, a sostegno di una TTF europea efficace e solidale, forti di un ampio consenso pubblico espresso attraverso la petizione a favore della TTF che nel 2015 ha raccolto oltre 1 milione di firmatari.
La coalizione ZeroZeroCinque chiede inoltre al Premier Renzi di pronunciarsi pubblicamente, assumendo l’impegno di destinare i proventi della futura imposta a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione in Italia, a programmi di solidarietà internazionale e alla mitigazione delle esternalità negative dei cambiamenti climatici.
Contatti:
Segreteria di coordinamento della Campagna ZeroZeroCinque
NOTE
Al vertice ECOFIN dello scorso 8 dicembre 2015 i 10 Paesi del negoziato hanno annunciato di avere raggiunto un accordo di massima sull’architettura della TTF per azioni e derivati che prevede fra l’altro la tassazione delle transazioni azionarie intraday, nessuna esenzione per i market-maker nel caso dei derivati e una definizione stringente di market-maker nel caso azionario, nonché una base imponibile più ampia possibile (anche al costo di aliquote riviste al ribasso) per la TTF sui derivati.
I ministri delle finanze si sono impegnati a trovare la quadra sulle restanti questioni aperte entro il mese di giugno 2016.
Il Premier Matteo Renzi ha sostenuto la TTF europea anche prima di ricoprire l’incarico del Presidente del Consiglio, inserendola tra le proposte di policy nel WikiPd a ottobre 2011. La Campagna ZeroZeroCinque auspica di poter discutere in persona con il premier l’allocazione solidaristica del gettito italiano della TTF europea. Siamo in attesa, da oltre un anno e mezzo, di consegnare al premier le firme della nostra1 Million Petition.
Video della Campagna ZeroZeroCinque: https://youtu.be/0xXBOxeT6Qs
Lettera (maggio 2016) ai Capi di Stato e di Governo dei 10 Paesi del negoziato da parte di 10.000 organizzazioni della società civile e sindacali di 39 Paesi: http://www.zerozerocinque.it/files/c_a__Presidente_del_Consiglio_Matteo_Renzi_dalle_campagne_internazionali_sulla_TTF.pdf
Sharegraphics: https://drive.google.com/drive/folders/0B5AAWP2y96_QZHdmT25URVgwUjg
ACLI, ActionAid Italia, Adiconsum, Adiconsum Basilicata, Altromercato, Amref, ARCI, ARCS, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ATTAC Italia, Associazione di Comunità, Azione Cattolica, Banca Popolare Etica, CGIL, CINI -Coordinamento Italiano Network Internazionali, CIPSI, CISA - Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, CISL, CISP, Cittadinanzattiva, Gruppo Cooperativo Goel, Cooperazione Internazionale Piamartina – SCAIP, COOPI, CVX Italia, Daquialà, Dokita, Economia Alternativa, Equociquà, Fa’ La Cosa Giusta, Fairwatch Italia, FIRST CISL, FIRST SOCIAL LIFE - Cisl, Flare, FOCSIV, FCRE- Fondazione Culturale Responsabilità Etica, GCAP - Coalizione Italiana Contro la Povertà, Le Rondini, Legambiente, Lega Missionaria Studenti, LeG - Libertà e Giustizia, Lunaria, Mani Tese, Mag4 Piemonte, Mag Verona, MASCI – Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Medici con l’Africa - CUAMM, Microdanisma, OISG – Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, OXFAM Italia, RE:Common, Reorient, RTM – Reggio Terzo Mondo, Save the Children, Sbilanciamoci!, Social Watch Italia, UIL, Un ponte per, Volontari Terzo Mondo – Magis, WWF Italia.
Ecofin: Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF)Campagna ZeroZeroCinque: oggi un nuovo passo in avanti per il contrasto alla speculazione finanziaria. Adesso impedire rallentamenti nel processo di definizione legale della TTF e di destinazione del gettito per curare povertà e clima
All’Ecofin di oggi i Paesi europei partecipanti alla cooperazione rafforzata, con l’unica eccezione dell’Estonia, hanno annunciato il raggiungimento di un accordo su alcuni elementi e principi chiave relativi al disegno della Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF o Robin Hood Tax). “E’ un compromesso accettabile, pur se meno ambizioso di quanto avremmo voluto; tuttavia le divergenze tra gli Stati Membri erano tali che riteniamo l’accordo raggiunto oggi un passo in avanti che dimostra la volontà dei 10 Stati partecipanti, Italia inclusa, di portare a compimento il negoziato” dichiara Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque.
L’annuncio di oggi ha di fatto fissato alcuni paletti importanti che dovranno essere rispettati nella prosecuzione del negoziato: - a differenza di quanto in vigore oggi in Francia e in Italia verranno tassate tutte le operazioni (anche quelle aperte e chiuse in giornata) e dunque non solo i saldi giornalieri delle posizioni ancora aperte a fine giornata. In questo modo la tassa penalizzerà il trading ad alta frequenza e il capitale “supersonico” puramente speculativo - la tassa dovrà essere applicata alla più ampia base imponibile di derivati, sebbene ulteriori dettagli verranno ulteriormente definiti nei prossimi mesi - gli strumenti di finanza derivata saranno tassati sulla base del principio cumulato di residenza ed emissione
E’ necessario ora prevenire qualsiasi ulteriore diluizione del negoziato per gli elementi che ancora richiedono il raggiungimento di un accordo: - rispetto all’applicazione dei principi di tassazione sulle azioni, l’annuncio fatto oggi sembra riconoscere l’impianto proposto dalla Commissione Europea ovvero la combinazione del principio di residenza ed emissione, tuttavia si fa riferimento alla possibilità in una prima fase di applicare solo il principio di emissione. Se così fosse, è necessario che si preveda fin da ora una clausola di revisione che possa introdurre in una seconda fase l’applicazione anche del principio di residenza. - sull’esenzione dei market makers è necessario elaborare una definizione molto stringente sui segmenti meno liquidi del mercato azionario, altrimenti potrebbe essere alto il rischio di abuso di questa esenzione da parte dagli high frequency traders.
Se questi criteri verranno rispettati la tassa potrà perseguire u duplice obiettivo: i) raccogliere fondi importanti da destinare in parte al finanziamento di beni pubblici globali (ambiente, salute) e in parte al contrasto alla povertà interna agli stati membri; ii) aumentare il costo relativo del capitale supersonico rispetto a quello paziente aiutando a raddrizzare la rotta di un sistema finanziario sempre più autoreferenziale e solo in piccolissima parte orientato al servizio dell’economia reale
“Nella settimana in cui le diplomazie di tutto il mondo sono riunite a Parigi per il negoziato sul clima, i leader europei hanno ancora la chance di dichiarare la loro volontà di finanziarie azioni di contrasto al cambiamento climatico attraverso una parte del gettito derivante dalla Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie. Ci rivolgiamo quindi al Premier Renzi, perché anche l’Italia possa pubblicamente dichiarare l’allocazione di queste risorse per lotta alla povertà e per l’adattamento al cambiamento climatico in Italia e nel mondo” conclude Leonardo Becchetti.
Ufficio stampa Campagna ZeroZeroCinque
Mikhail Maslennikov; Federica Corsi; Mobile: +39 349 7817601;
Cos’è la tassa sulle Transazioni Finanziarie: video esplicativo
Le Robin Hood Campaigns sono attive in 11 Paesi europei. La coalizione italiana sulla TTF è rappresentata dalla Campagna ZeroZeroCinque che riunisce 57 organizzazioni tra ONG, sindacati e realtà del mondo associativo
Sarà l’ennesimo slittamento o è davvero in arrivo l’accordo sulla #TTF europea?
Veloce cronistoria dei continui rimandi. Il leitmotiv è sempre lo stesso: ‘siamo alla ricerca di un compromesso’, con scadenze auto-imposte, finora mai rispettate. Rimbombano ancora forti le parole del Ministro Padoan pronunciate a margine dell’ECOFIN a maggio 2014: ‘C’è accordo per andare avanti nel processo di adozione della tassa sulle transazioni finanziarie, con l’impegno di avere i primi risultati concreti che tasseranno le azioni e alcuni derivati per la fine di quest’anno’. Arriva la fine dell’anno e… niente di fatto!
Perché tanta poca trasparenza in questo negoziato? Il milione di cittadini che ha firmato la petizione a favore della TTF europea ha diritto di sapere cosa accade dietro le quinte e quanto il settore finanziario sta condizionando la definizione di un accordo per difendere propri interessi di mercato. Eppure qualcosa trapela. E’ evidente che in questo negoziato c’è stanchezza e non si vede l’ora di arrivare a un accordo. Bene, ma a che prezzo? La stanchezza fa cedere più velocemente le posizioni e maturare compromessi al ribasso, pur di arrivare… a cosa? Di certo, non a un risultato che soddisfa le migliaia di cittadini che vi hanno chiesto ai propri Leader di essere ‘ambiziosi’.
Domani a margine dell’Ecofin: quale possibile accordo? Accellerate e possibili compromessi al ribasso sono i rischi da scongiurare. Ecco perché ci rivogliamo direttamente a Lei, Ministro Padoan. Come è possibile che nemmeno sui pochi macro-punti di matrice austriaca ci sia un accordo? Qual è la posizione dell’Italia e che partita vuole giocare? L’accordo è in arrivo, a cosa l’Italia contribuirà? A mantenere l’accordo sufficientemente ambizioso ed efficace, o si renderà co-responsabile di un gioco al ribasso? In un contesto di crescita dei livelli di disuguaglianza e povertà sarebbe incomprensibile ai più come si possa scegliere di tutelare gli interessi della finanza speculativa, piuttosto che assicurare delle entrate fiscali in grado di generare risorse estremamente utili e necessarie per programmi di lotta alla povertà in Italia e nel mondo e per finanziare misure di contrasto al cambiamento climatico.
Un milione di Robin Hood per la Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie! Li sentirà Matteo Renzi?
Una piccola tassa dall’aliquota tra lo 0.01% e lo 0.1% da applicarsi ad ogni compravendita di un titolo o strumento finanziario sui mercati regolamentati e over the counter, la TTF rappresenta un’efficace misura di regolamentazione finanziaria. L’imposta, impercettibile per la sua bassa aliquota per un investitore di medio-lungo periodo, penalizza drasticamente lo short-termismo sui mercati, disincentivando le operazioni a brevissimo termine e ad alta frequenza – migliaia di transazioni al secondo, un regime dai connotati altamente speculativi che contraddistingue oggi oltre il 60% delle negoziazioni sui mercati finanziari planetari. Ridurre lo spazio di manovra e i margini di profitto degli high-frequency trader istituzionali ha l’indubbio vantaggio di riportare la finanza al suo compito originario, di intermediazione fra l’offerta di denaro e la domanda di credito da parte delle famiglie e dei settori produttivi dell’economia. Un compito che oggi la finanza stenta ad assolvere, abbagliata dalle scintillanti slot machine, in costante azione, di un casinò finanziario in espansione. La TTF europea ha inoltre un ampio potenziale fiscale. Il recente studio dell’autorevole istituto DIW di Berlino stima per l’Italia un gettito fino a 6 miliardi di euro all’anno da una TTF congetturata in maniera efficace. Risorse che la Campagna ZeroZeroCinque e il suo milione di sostenitori chiedono di destinare alla riduzione delle disuguaglianze sociali e al sostegno dei ceti più deboli in Italia e, su scala internazionale, ai programmi di lotta alla povertà e di contrasto ai cambiamenti climatici.
Il raggiungimento del milione di firme capita in un momento cruciale del travagliato percorso negoziale. Un negoziato che ha conosciuto negli ultimi due anni tanti alti e bassi, tanti stalli e altrettante ripartenze.
Se l’intenzione di implementare una TTF comune è fuori discussione, l’efficacia dell’imposta – legata alla sua portata anti-speculativa e all’alto profilo di introiti fiscali – dipende in toto dalla solidità della sua architettura.
Per la Campagna ZeroZeroCinque la TTF europea sarà ambiziosa e di difficile elusione se i) verrà applicata alla più ampia gamma di asset finanziari - azioni, obbligazioni e tutte le classi di strumenti derivati, con un’aliquota azionaria/obbligazionaria dello 0.1% del valore della singola transazione e un aliquota dello 0.01% per le transazioni in derivati ii) prevedrà il ricorso al principio di residenza dell’effettivo beneficiario della transazione e della nazionalità dell’asset per definire le negoziazioni passibili di imposta, iii) verrà applicata alla singola transazione e non ai saldi netti giornalieri, intercettando in particolare il regime intraday e le transazioni ad alta frequenza, iv) incorporerà una definizione stringente per i market-makers e v) minimizzerà i casi di esenzione.
Ma quel che la società civile italiana ed europea chiedono pubblicamente da mesi alle autorità nazionali e alle delegazioni negoziali, sostenendo l’ambiziosa proposta di direttiva – testo base dei lavori negoziali - elaborata dall’ex Commissario alla Fiscalità A. Semeta, si scontra spesso con arroccamenti nazionali (in difesa di segmenti di mercato in cui alcuni Stati hanno una posizione dominante e che non vorrebbero veder penalizzati), con paure, mai troppo motivate, di rilocazione finanziaria degli operatori nazionali e non da ultimo con indebite pressioni – spesso intercettate dalle Campagne - delle lobby bancarie e finanziarie continentali. Il coro di un milione di Robin arriva però a farsi sentire in un momento in cui il negoziato sembra aver riguadagnato ritmo. Dopo la paralisi dello scorso autunno, in pieno semestre di Presidenza italiana dell’UE, i lavori sono ripresi con maggior vigore a inizio 2015 dopo che le resistenze transalpine – con il MEF francese ad aver a lungo provato senza successo ad annacquare il progetto – sono rientrate . L’11.05, alla vigilia dell’ECOFIN di maggio, le delegazioni tecniche hanno presentato ai Ministri delle Finanze della cooperazione rafforzata due opzioni di modello della TTF, non lontane dall’impianto della Commissione, su cui trovare un accordo politico. Se da un lato sembra essere stato raggiunto un accordo di massima sulla base della TTF su azioni, restano ancora delle incertezze sull'inclusione o meno delle sottocapitalizzate e delle azioni di società non-quotate nella base imponibile azionaria. Preoccupa inoltre il prolungato braccio di ferro fra diversi paesi sul ricorso al principio di residenza dell’operatore/intermediario per la TTF azionaria, mentre per i derivati lo stesso principio sembra invece essere accettato da tutti i paesi partecipanti. Sui derivati la partita resta però apertissima. La tassazione dei derivati azionari sembra ora trovare un’ampia convergenza, ma sulle altre classi di derivati (gli interest rate derivatives su tutti) la discussione prosegue. Per i contratti derivati si sta poi convergendo su un'aliquota dello 0,005% invece che dello 0.01% proposto dalla Commissione, un tax rate più basso ma ancora in grado di rendere poco profittevoli le operazioni ad alta frequenza. Niente da fare per i titoli di Stato: sembra esserci un accordo consolidato per esentarli con la stessa sorte probabilmente riservata anche alle obbligazioni corporate. Una definizione stringente per i market-makers sembra invece essere positivamente diventata oggetto di discussione al tavolo negoziale. Si sta infatti dedicando maggiore attenzione al pericolo che gli intraday trader e i high-frequency trader possano camuffarsi da market-makers per eludere il pagamento della TTF. Maggiore attenzione viene inoltre rivolta alla tassazione delle operazioni infra-gruppo. Ancora del tutto assente purtroppo un orientamento delle delegazioni verso un impegno comune di destinazione dei proventi alle cause perorate dalle Campagne.
Prossima tappa: l’ECOFIN del 19 giugno. Nuove convergenze in arrivo? Saranno nella giusta direzione di una TTF efficace e solidale? Con il sostegno di un milione di Robin Hood la Campagna ZeroZeroCinque si rivolge al Premier Renzi. Sulla TTF il Presidente del Consiglio non si pronuncia dai tempi della Leopolda del WIKI-PD, quando, da sindaco di Firenze, mostrò interesse e sostegno implicito alla misura fiscale. Ed ora? Il raggiungimento del milione di firme capita in un momento cruciale del travagliato percorso negoziale. Un negoziato che ha conosciuto negli ultimi due anni tanti alti e bassi, tanti stalli e altrettante ripartenze.
Se l’intenzione di implementare una TTF comune è fuori discussione, l’efficacia dell’imposta – legata alla sua portata anti-speculativa e all’alto profilo di introiti fiscali – dipende in toto dalla solidità della sua architettura.
Per la Campagna ZeroZeroCinque la TTF europea sarà ambiziosa e di difficile elusione se i) verrà applicata alla più ampia gamma di asset finanziari - azioni, obbligazioni e tutte le classi di strumenti derivati, con un’aliquota azionaria/obbligazionaria dello 0.1% del valore della singola transazione e un aliquota dello 0.01% per le transazioni in derivati ii) prevedrà il ricorso al principio di residenza dell’effettivo beneficiario della transazione e della nazionalità dell’asset per definire le negoziazioni passibili di imposta, iii) verrà applicata alla singola transazione e non ai saldi netti giornalieri, intercettando in particolare il regime intraday e le transazioni ad alta frequenza, iv) incorporerà una definizione stringente per i market-makers e v) minimizzerà i casi di esenzione.
Ma quel che la società civile italiana ed europea chiedono pubblicamente da mesi alle autorità nazionali e alle delegazioni negoziali, sostenendo l’ambiziosa proposta di direttiva – testo base dei lavori negoziali - elaborata dall’ex Commissario alla Fiscalità A. Semeta, si scontra spesso con arroccamenti nazionali (in difesa di segmenti di mercato in cui alcuni Stati hanno una posizione dominante e che non vorrebbero veder penalizzati), con paure, mai troppo motivate, di rilocazione finanziaria degli operatori nazionali e non da ultimo con indebite pressioni – spesso intercettate dalle Campagne - delle lobby bancarie e finanziarie continentali. Il coro di un milione di Robin arriva però a farsi sentire in un momento in cui il negoziato sembra aver riguadagnato ritmo. Dopo la paralisi dello scorso autunno, in pieno semestre di Presidenza italiana dell’UE, i lavori sono ripresi con maggior vigore a inizio 2015 dopo che le resistenze transalpine – con il MEF francese ad aver a lungo provato senza successo ad annacquare il progetto – sono rientrate . L’11.05, alla vigilia dell’ECOFIN di maggio, le delegazioni tecniche hanno presentato ai Ministri delle Finanze della cooperazione rafforzata due opzioni di modello della TTF, non lontane dall’impianto della Commissione, su cui trovare un accordo politico. Se da un lato sembra essere stato raggiunto un accordo di massima sulla base della TTF su azioni, restano ancora delle incertezze sull'inclusione o meno delle sottocapitalizzate e delle azioni di società non-quotate nella base imponibile azionaria. Preoccupa inoltre il prolungato braccio di ferro fra diversi paesi sul ricorso al principio di residenza dell’operatore/intermediario per la TTF azionaria, mentre per i derivati lo stesso principio sembra invece essere accettato da tutti i paesi partecipanti. Sui derivati la partita resta però apertissima. La tassazione dei derivati azionari sembra ora trovare un’ampia convergenza, ma sulle altre classi di derivati (gli interest rate derivatives su tutti) la discussione prosegue. Per i contratti derivati si sta poi convergendo su un'aliquota dello 0,005% invece che dello 0.01% proposto dalla Commissione, un tax rate più basso ma ancora in grado di rendere poco profittevoli le operazioni ad alta frequenza. Niente da fare per i titoli di Stato: sembra esserci un accordo consolidato per esentarli con la stessa sorte probabilmente riservata anche alle obbligazioni corporate. Una definizione stringente per i market-makers sembra invece essere positivamente diventata oggetto di discussione al tavolo negoziale. Si sta infatti dedicando maggiore attenzione al pericolo che gli intraday trader e i high-frequency trader possano camuffarsi da market-makers per eludere il pagamento della TTF. Maggiore attenzione viene inoltre rivolta alla tassazione delle operazioni infra-gruppo. Ancora del tutto assente purtroppo un orientamento delle delegazioni verso un impegno comune di destinazione dei proventi alle cause perorate dalle Campagne.
Prossima tappa: l’ECOFIN del 19 giugno. Nuove convergenze in arrivo? Saranno nella giusta direzione di una TTF efficace e solidale? Con il sostegno di un milione di Robin Hood la Campagna ZeroZeroCinque si rivolge al Premier Renzi. Sulla TTF il Presidente del Consiglio non si pronuncia dai tempi della Leopolda del WIKI-PD, quando, da sindaco di Firenze, mostrò interesse e sostegno implicito alla misura fiscale. Ed ora? Il raggiungimento del milione di firme capita in un momento cruciale del travagliato percorso negoziale. Un negoziato che ha conosciuto negli ultimi due anni tanti alti e bassi, tanti stalli e altrettante ripartenze.
Se l’intenzione di implementare una TTF comune è fuori discussione, l’efficacia dell’imposta – legata alla sua portata anti-speculativa e all’alto profilo di introiti fiscali – dipende in toto dalla solidità della sua architettura.
Per la Campagna ZeroZeroCinque la TTF europea sarà ambiziosa e di difficile elusione se i) verrà applicata alla più ampia gamma di asset finanziari - azioni, obbligazioni e tutte le classi di strumenti derivati, con un’aliquota azionaria/obbligazionaria dello 0.1% del valore della singola transazione e un aliquota dello 0.01% per le transazioni in derivati ii) prevedrà il ricorso al principio di residenza dell’effettivo beneficiario della transazione e della nazionalità dell’asset per definire le negoziazioni passibili di imposta, iii) verrà applicata alla singola transazione e non ai saldi netti giornalieri, intercettando in particolare il regime intraday e le transazioni ad alta frequenza, iv) incorporerà una definizione stringente per i market-makers e v) minimizzerà i casi di esenzione.
Ma quel che la società civile italiana ed europea chiedono pubblicamente da mesi alle autorità nazionali e alle delegazioni negoziali, sostenendo l’ambiziosa proposta di direttiva – testo base dei lavori negoziali - elaborata dall’ex Commissario alla Fiscalità A. Semeta, si scontra spesso con arroccamenti nazionali (in difesa di segmenti di mercato in cui alcuni Stati hanno una posizione dominante e che non vorrebbero veder penalizzati), con paure, mai troppo motivate, di rilocazione finanziaria degli operatori nazionali e non da ultimo con indebite pressioni – spesso intercettate dalle Campagne - delle lobby bancarie e finanziarie continentali. Il coro di un milione di Robin arriva però a farsi sentire in un momento in cui il negoziato sembra aver riguadagnato ritmo. Dopo la paralisi dello scorso autunno, in pieno semestre di Presidenza italiana dell’UE, i lavori sono ripresi con maggior vigore a inizio 2015 dopo che le resistenze transalpine – con il MEF francese ad aver a lungo provato senza successo ad annacquare il progetto – sono rientrate . L’11.05, alla vigilia dell’ECOFIN di maggio, le delegazioni tecniche hanno presentato ai Ministri delle Finanze della cooperazione rafforzata due opzioni di modello della TTF, non lontane dall’impianto della Commissione, su cui trovare un accordo politico. Se da un lato sembra essere stato raggiunto un accordo di massima sulla base della TTF su azioni, restano ancora delle incertezze sull'inclusione o meno delle sottocapitalizzate e delle azioni di società non-quotate nella base imponibile azionaria. Preoccupa inoltre il prolungato braccio di ferro fra diversi paesi sul ricorso al principio di residenza dell’operatore/intermediario per la TTF azionaria, mentre per i derivati lo stesso principio sembra invece essere accettato da tutti i paesi partecipanti. Sui derivati la partita resta però apertissima. La tassazione dei derivati azionari sembra ora trovare un’ampia convergenza, ma sulle altre classi di derivati (gli interest rate derivatives su tutti) la discussione prosegue. Per i contratti derivati si sta poi convergendo su un'aliquota dello 0,005% invece che dello 0.01% proposto dalla Commissione, un tax rate più basso ma ancora in grado di rendere poco profittevoli le operazioni ad alta frequenza. Niente da fare per i titoli di Stato: sembra esserci un accordo consolidato per esentarli con la stessa sorte probabilmente riservata anche alle obbligazioni corporate. Una definizione stringente per i market-makers sembra invece essere positivamente diventata oggetto di discussione al tavolo negoziale. Si sta infatti dedicando maggiore attenzione al pericolo che gli intraday trader e i high-frequency trader possano camuffarsi da market-makers per eludere il pagamento della TTF. Maggiore attenzione viene inoltre rivolta alla tassazione delle operazioni infra-gruppo. Ancora del tutto assente purtroppo un orientamento delle delegazioni verso un impegno comune di destinazione dei proventi alle cause perorate dalle Campagne.
Prossima tappa: l’ECOFIN del 19 giugno. Nuove convergenze in arrivo? Saranno nella giusta direzione di una TTF efficace e solidale? Con il sostegno di un milione di Robin Hood la Campagna ZeroZeroCinque si rivolge al Premier Renzi. Sulla TTF il Presidente del Consiglio non si pronuncia dai tempi della Leopolda del WIKI-PD, quando, da sindaco di Firenze, mostrò interesse e sostegno implicito alla misura fiscale. Ed ora?
Chiediamo al Premier di non lasciare deserta la sedia istituzionale che lo ha simbolicamente atteso l’8 maggio scorso a Piazza Montecitorio e di riceverci nei prossimi giorni per la consegna delle firme. Un milione di cittadini si è mobilitato per una TTF ambiziosa e solidale. Una piccola tassa sulla finanza, ma una grande risorsa per i cittadini e il pianeta. La scelta spetta ora al Premier e alla politica. Una scelta che determinerà da che parte stare: dalla parte della speculazione o dell’equità?
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