Finalmente al via l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie in Europa

Pronti. Si parte!

 

Al Consiglio Ecofin di martedì 9 ottobre una svolta determinante per il dibattito europeo sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF). 11 Stati Membri decidono di avviare la procedura di cooperazione rafforzata che permette di introdurre la TTF in Europa purchè almeno 9 Stati ne facciano richiesta e siano quindi favorevoli all'applicazione nei loro Paesi.

E finalmente l'Italia è della partita insieme a Francia, Germania, Spagna, Belgio, Portogallo, Austria, Grecia, Slovacchia, Estonia, Slovenia. Un risultato storico per la Campagna ZeroZeroCinque e per le omologhe campagne europee! Ma pur sempre soltanto un primo risultato a cui ora dovranno seguirne molti altri.

Andiamo per ordine. L'analisi di questa prima vittoria ha le sue origini nell'Ecofin del 22 giugno quando i Ministri delle Finanze europee di fronte all'incessante ostilità della Gran Bretagna (e di altri pochi Stati Membri che le fanno eco), prendono atto che non ci sono le condizione per l'introduzione di una TTF a livello dei 27 Stati Membri, ma che al contempo vi è un significativo numero di Stati Membri favorevole alla proposta e disponibile a procedere attraverso la procedura della cooperazione rafforzata prevista dai trattati. La cooperazione rafforzata è una procedura poco utilizzata, a cui poter ricorrere solo a determinate condizioni, ma vi sono tutti i presupposti affinchè la TTF possa essere introdotta in Europa in questo modo. Il Consiglio Europeo di fine giugno recepisce l'orientamento dell'Ecofin spostando ancora più in alto il dibattito politico sulla TTF in Europa e cominciando a stabilire dei tempi: l'impegno è di procedere all'introduzione della tassa in un numero limitato di Stati entro dicembre 2012. Uno spiraglio di luce quindi per quel famoso “granello di sabbia negli ingranaggi della finanza”, secondo la definizione del suo padre fondatore James Tobin, che fin dagli inizi degli anni '70 ne aveva indicato la necessità di applicazione sebbene la sua idea originaria si rivolgesse al solo mercato valutario. Ci sono voluti 30 anni ed una crisi finanziaria senza precedenti per rendere consapevole la classe politica che la finanza-casinò va regolata. O meglio una parte della classe politica, perchè non si può celare che c'è ancora chi preferisce avallare grandi interessi finanziari piuttosto che riportare la finanza al suo ruolo originario di servizio all'economia reale.

 

Durante i mesi estivi, le negoziazioni tra gli Stati Membri che avevano espresso la loro apertura a considerare di aderire alla cooperazione rafforzata sono proseguite, impenetrabili ai più, sebbene con alcune indiscrezioni che facevano intravedere non poche difficoltà nel raggiungere il numero minimo di Stati Membri ed un accordo di massima sul modello della tassa.  Il 28 settembre, una data forse non casualmente scelta, ad un anno esatto dalla proposta di direttiva presentata dalla Commissione Europea, Francia e Germania danno una nuova accellerata al dibattito inviando una missiva alla Commissione in cui chiedono l'attivazione della procedura di cooperazione rafforzata per l'introduzione di questa tassa. Si accellerano i negoziati nelle capitali, la Commissione nei giorni successivi riceve altre lettere di adesione, ma alla vigilia dell'Ecofin del 9 ottobre, il conteggio degli Stati Membri che aderiscono formalmente alla cooperazione rafforzata si ferma a 7.

L'Italia in tutto questo ha giocato un ruolo non marginale: dopo il nuovo posizionamento di favore alla tassa dichiarato più volte dal Governo Monti, vi sono stati tentennamenti e scetticismi soprattutto, ma non solo, in merito alla scala di applicazione. La preferenza per una TTF a 27, è stata espressa più volte, ma la realtà dei fatti costringe l'Italia a prendere una posizione su una TTF su scala ridotta. Dentro o fuori? Come dichiarato dallo stesso Governo, l'adesione alla TTF è stata condizionata ad altri interessi italiani sugli strumenti di stabilità finanziaria in Europa.  Solo 5 giorni prima dell'Ecofin del 9 ottobre, in una interpellanza in Parlamento a prima firma dell'On. Sarubbi e cofirmata da altri 30 deputati del PD, presentata su sollecitazione della nostra Campagna, il Sottosegretario Ciriani non poteva ancora sciogliere alcuna riserva sulla posizione italiana. La svolta è arrivata solo dopo la riunione dell'Eurogruppo dell'8 ottobre che ha formalmente sancito l'avvio dell'European Stability Mecanism (ESM).

Il dado comunque ora è tratto e noi siamo fieri di aver contribuito alla realizzazione di una causa che andrà a beneficio di tutti. Le reazioni italiane a questa decisione si stanno susseguendo incessantemente sui media nazionali, ovviamente non si tratta mai di reazione neutre ed il dibattito è molto acceso. Spesso però le critiche evidenziano una diffusa disinformazione sul tema. Invitiamo quindi tutti i sostenitori della nostra Campagna a “ingaggiarsi” personalmente nel dibattito e a replicare alle critiche più comuni che spesso vengono sollevate prendendo come riferimento il documento “Falsi Miti” che la Campagna ha elaborato nei mesi scorsi.

Se una primissima vittoria è arrivata, siamo pienamente consapevoli che c'è ancora molto su cui monitorare e vigilare.

Prima di tutto, l'avvio della cooperazione rafforzata fa sì che la Commissione, su richiesta degli 11 Stati aderenti (a cui ovviamente speriamo che nel tempo possano unirsi anche altri Stati), elabori una nuova proposta di direttiva che definisce le modalità di applicazione della tassa. Sarà necessario assicurare che la tassa si applichi al più ampio numero di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, valute) perché possa esercitare efficacemente il suo ruolo di freno alla speculazione e di generazione di significative risorse. Meccanismi di elusione dovranno e potranno essere scongiurati grazie ad un'architettura adeguata. In relazione al gettito, inoltre, si apre ora una nuova fase di discussione. Rimane sullo sfondo il binomio bilancio comunitario e bilancio nazionale. Certo è che la vera competenza è in capo a ciascuno Stato Membro che dovrà definirne l'utilizzo. Coerentemente agli obiettivi della nostra Campagna, vigileremo quindi affinchè sia rispettata la destinazione da noi proposta che prevede l'allocazione del 50% delle risorse per politiche di welfare nazionale e l'altro 50% per politiche di cooperazione allo sviluppo e lotta al cambiamento climatico. Sarebbe infatti paradossale che le risorse generate da una tassa volta a regolare la finanza fossero usate dagli Stati Membri come ulteriore salvagente per il sistema finanziario stesso. Non da ultimo la questione dei tempi. Non c'è altro perdere da tempo, pertanto è necessario che la volontà politica si trasformi in operativa in tempi serrati. La Commissione Europea ha già presentato il 23 ottobre la proposta di decisione che autorizza l’avvio della cooperazione rafforzata. Un’ulteriore conferma formale che vi sono tutte le condizioni per procedere rapidamente con questa procedura. Spetta ora al Consiglio stabilire tempi brevi per l’adozione a maggioranza qualificata di questa decisione e al Parlamento Europeo darne un parere così da permettere che si passi alla fase di definizione tecnica della nuova direttiva.  Si apre una nuova fase, che ci vede tutti rinnovati di energia ed entusiasmo, la 005 continua!

 

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