Crollo Saipem, mercati finanziari e "Tobin Tax"

di Leonardo Becchetti - ordinario di Economia Politica - Università Tor Vergata, Roma

Quasi il 60 percento degli scambi sui mercati finanziari avviene ormai attraverso algoritmi di trading automatico che giocano su differenze di millisecondi. Fenomeni patologici come i flash trades (ordini postati e non eseguiti per influire il comportamento degli operatori) e dell’interposizione di operatori che hanno vantaggi di qualche millisecondo per fare aumentare i prezzi quando vedono in anticipo gli ordini postati da qualche grande intermediario sono stati ampiamente documentati dai media (ricordiamo l’inchiesta di repubblica.it più volte citata) e denunciati dalle autorità competenti.
Gli eventi sono ancora troppo recenti e non abbiamo tutti gli elementi per dire se il crollo di Saipem di un terzo del suo valore in un giorno di contrattazione dipenda interamente da fattori fondamentali oppure dalle dinamiche incontrollate dei mercati finanziari. La storia passata ci fa dubitare fortemente che possa essere valida la prima interpretazione.
I primi risultati che emergono dall’analisi dell’impatto dell’introduzione della Tobin tax in Francia a 90 giorni dalla sua introduzione (su un paper di prossima pubblicazione) documentano che la tassa non ha avuto alcun effetto negativo sui valori dei titoli e sulla liquidità dei mercati producendo invece una riduzione di circa il 25 percento dei volumi di transazioni e nella stessa proporzione della volatilità intraday, ovvero dell’escursione tra il prezzo minimo e massimo che un titolo segna in una stessa giornata di scambi. Abbiamo bisogno di tutti questi scambi e di tutta questa volatilità. Di dipendere momento per momento dall’umoralità dei mercati e da "fattori tecnici" che ogni tanto finiscono fuori controllo ? E’ sano che le scelte di economia reale delle aziende debbano essere influenzate da questi fattori ? I mercati finanziari così come sono oggi favoriscono la programmazione a lungo termine o sono affetti da shortermismo ?
Mentre la nostra riflessione prosegue chiudiamo con una metafora. La normalità dei valori è fatta di tante piccole irregolarità momentanee cui per fortuna non diamo troppo peso. Se ciascuno di noi avesse un misuratore dei propri battiti cardiaci momento per momento forse si spaventerebbe terribilmente per le escursioni della propria pressione, la paura accentuerebbe i problemi e probabilmente ci sarebbero molti più cardiopatici.

 

 

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