La Tassa sulle Transazioni Finanziarie e i Titoli di Stato

 L’inclusione dei titoli di debito pubblico nella base imponibile della tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) riscontra da sempre una forte contrarietà del nostro Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sin da quando la TTF sulle azioni delle grandi capitalizzate italiane è entrata in vigore (1 Marzo 2013) l’imposta nazionale vede esenti dal pagamento della TTF le transazioni (sul mercato secondario) in titoli di debito sovrano.

 

L’esenzione in esame, introdotta dal decreto ministeriale del Febbraio 2013, rappresenta inoltre un “cavallo di battaglia” italiano (per quanto risulta dalle rare esternazioni pubbliche da via XX Settembre sul tema della TTF) in seno al negoziato europeo che vede coinvolti 11 Paesi membri dell’Unione Europea impegnati da quasi un anno nella definizione di uno schema di tassa sulle transazioni finanziarie continentale via la procedura di cooperazione rafforzata. Il posizionamento italiano nel negoziato è avvolto da una coltre di mistero salvo un sonoro “veto” (annoverato spesso dai quotidiani nazionali) sull’inclusione dei titoli pubblici nella base imponibile dell’imposta.

 

La Campagna ZeroZeroCinque  è favorevole alla tassazione delle transazioni in titoli pubblici sul mercato secondario con l’esenzione delle obbligazioni del Tesoro estesa solo al momento delle aste pubbliche ministeriali. Per stimolare il dibattito nel merito di questa posizione pubblichiamo uno studio commissionato dall’organizzazione britannica Stamp Out Poverty  (nostra partner europea) a un ex “senior officer” di una grande banca d’affari che ha a lungo curato le strategie di investimento nel debito sovrano internazionale.
Lo studio, visionato e commentato da diversi accademici e istituti di ricerca economica indipendenti, affronta il tema della tassazione delle transazioni in titoli di debito pubblico e contiene dati e riferimenti (ben documentati) al contesto italiano. Ne emerge un quadro tutt’altro che sfavorevole alla tassazione dei nostri bond.

 

Sul tema la stampa mainstream nostrana riferisce periodicamente delle sporadiche note di un ritornello governativo: tassare le transazioni in titoli di debito pubblico è pericoloso. Si rischia di incorrere nell’aumento degli interessi sulle obbligazioni italiane di prossima emissione.  Null’altro, né delle analisi dettagliate a motivare i timori ministeriali, nemmeno un rigo sui recenti attacchi speculativi contro il debito pubblico italiano (con massiccio ricorso ai CDS proprio sui titoli del nostro debito pubblico) e sulla capacità di una TTF a fornirvi riparo.

 

Vi invitiamo alla lettura e alla circolazione dello studio, tecnico ma anche oculatamente divulgativo.
Ne pubblichiamo oggi la versione originale in inglese, nei prossimi giorni seguirà la traduzione in italiano. I negoziati europei per la definizione della tassa sono in corso e come Campagna chiediamo al Governo  uno schietto e trasparente dibattito  nel merito (cosa che purtroppo lamentiamo non essere mai realmente avvenuta finora), confidando di poter sfatare quello che a noi sembra un timore eccessivo e un allarmismo al momento non giustificato da sostanziali controindicazioni tecniche. 

 

Scarica lo studio: "Opportunity or Threat? The application of the EU-11 FTT to Sovereign Bonds"


Versione italiana: "Opportunità o Minaccia? L'applicazione della tassa sulle transazioni finanziarie europea (a 11 Stati Membri dell'UE) sui Titoli di Stato"

 

 

 

 

La TTF in un video... virale

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